martedì 11 luglio 2017

Dalla voce di quanti hanno partecipato scopriamo come QUIsSI GIOCA!_Recanati ha creato una comunità educante



E’ sempre un po’ complesso rielaborare le sensazioni dopo un lungo percorso progettuale come quello che abbiamo realizzato a Recanati coinvolgendo tre classi del terzo anno del Liceo di Scienze Umane “Giacomo Leopardi” e bambini della Scuola dell'infanzia "Aldo Moro", gruppo verde-sezione 5 anni e due classi della scuola primaria "Lorenzo Lotto".  I ragazzi, attraverso un percorso di formazione-autoformazione con noi, hanno progettato della attività, sempre sotto la nostra supervisione e quella delle insegnanti di riferimento, per i bambini a loro affidati, in modo da intraprendere un percorso di progettazione partecipata volto a realizzare in autocostruzione alcuni piccoli elementi o contesti esperienziali all’interno del giardino della scuola dell’infanzia Aldo Moro di Recanati.  

Lo specifico approccio dell’associazione, #LesFrichesStyle, ha dialogato con le discipline d’indirizzo (Psicologia, Pedagogia, Sociologia e Antropologia) del triennio del Liceo di Scienze Umane, integrando il piano di studi dei ragazzi del terzo e traducendo, molta della teoria che apprendono a scuola, in azione pratico-progettuale.   

La Prof.ssa Maria Letizia Capparucci, referente del progetto, così descrive perché l’idea alla base di QUIsSI GIOCA! ha delle finalità incredibilmente positive “Uno degli scopi primari di un percorso del genere è quello di far esercitare ai ragazzi abilità di osservazione ed esplorazione in contesti reali, secondo la logica ermeneutica della pedagogia che utilizza i criteri della descrizione e dell'interpretazione e si formalizza nella dialettica teoria-prassi-teoria contestualizzando la triplice esigenza di fondazione teorica (sistema di ipotesi), di traduzione (e di verifica) empirica, di riformulazione teorica, secondo un continuo interscambio con saperi differenti e molteplici, pluralità dei punti di vista e modi diversi di codificazione del reale”. La professoressa di Scienze Umane aggiunge inoltre che “L'esperienza di progettazione partecipata è stata particolarmente apprezzata dai ragazzi, soprattutto per l'empowerment sociale di cui hanno beneficiato, comprendendo che il “fare comunità” è un insieme che ha in sé le conoscenze, le risorse e il potenziale organizzativo e di leadership non solo per mettere  in gioco le personali conoscenze ed abilità, ma anche per realizzare un cambiamento costruttivo a favore dell'Altro.”


Il progetto ha visto coinvolti anche i bambini della scuola dell'infanzia "Aldo Moro", gruppo verde-sezione 5 anni, perché il giardino della loro scuola era l’area di interesse del progetto. La referente per questa struttura, la maestra Roncaglia Rosita così commenta il percorso fatto il giardino della nostra scuola si è animato di  attività ludico-educative finalizzate a una prima conoscenza “consapevole” dello spazio aperto a nostra disposizione. Abbiamo annusato, toccato con gli occhi, visto con le mani alcuni degli elementi naturali presenti nel nostro giardino: rametti, pigne, foglie, sassi. I ragazzi delle superiori sono stati ottimi maestri”.

 

Si è notato che la tipologia di attività ha permesso anche ai pochi bambini che solitamente appaiono più restii a mettersi in gioco, soprattutto nel grande gruppo, di acquisire fiducia nelle proprie capacità grazie anche al supporto prezioso e attento dei ragazzi più grandi. E le insegnanti stesse hanno seguito con attenzione questo progetto, come un percorso formativo, perché anche a loro questa esperienza è molto servita per riflettere sull’importante ruolo di “regia educativa”mostrando la semplicità a volte di rendersi promotori di creatività solo fornendo ai bambini un sostegno graduale e curando il contesto delle esperienze in ogni loro parte. 

QUIsSI GIOCA! ha visto la partecipazione anche di due classi della scuola primaria "Lorenzo Lotto" le cui insegnati così commentano il percorso “I bambini, dopo un iniziale momento di titubanza, si sono tuffati, con entusiasmo crescente, nelle varie attività proposte dai ragazzi del Liceo di Scienze umane, mettendo in atto tutta la loro creatività e la loro fantasia. Hanno potuto sperimentare sul campo, o per meglio dire,“nel giardino”, le loro capacità inventive e pratiche, avendo modo poi di apprezzarne i risultati concreti.

E’ stata un’occasione, anche per noi insegnanti, di provare ad attuare un modello di apprendimento diverso e più motivante, un esempio di come veicolare l’azione pedagogica verso una direzione più concreta e pratica, mediante la presentazione di un problem solving che ha attivato in un modo piacevolmente sorprendente le meravigliose capacità creative dei bambini.“

 
Questi interventi testimoniano come progetti di questo tipo si muovano con estrema efficacia su più fronti: dalla progettazione partecipata all’educazione all’aperto, dalla percezione dello spazio e del rischio alle potenzialità del  fuori come spazio educativo, dal concetto di bambino competente a quello di autonomia e libertà di pensiero. L’intergenerazionalità e la grande varietà di soggetti coinvolti hanno dato vita ad una comunità educante che ha lavorato insieme per un obiettivo comune: ripensare uno spazio seguendo le esigenze e i bisogni reali dei bambini in armonia con le sue caratteristiche e le sue potenzialità. Il giardino della scuola Aldo Moro è stata aula didattica, luogo di confronto, di scambio e di gioco, terreno di prova, spazio da vivere e osservare. 

Il Fuori in questo progetto è stato il punto focale, ognuno l’ha colto, usato o tradotto come meglio credeva perché adatto a tutti e  non esiste un'età preclusa. Progettare insieme attività e spazi di apprendimento facendo diventare, nella pratica, gli studenti del liceo di Scienze Umane, delle figure educative, dando corpo e concretezza ai loro studi, è stata la chiave di volta di un progetto cooperativo ed ambizioso che speriamo veda altre edizioni e coinvolga sempre un numero maggiore di soggetti e realtà.
I ragazzi del Liceo di Scienze Umane hanno dato vita ad una documentazione video del percorso fatto, lo trovate QUI

Per info: www.lesfriches.it

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