martedì 19 marzo 2019

“Dal materiale al gioco”: formiamoci insieme per vederci come comunità educante


L’11 e il 15 febbraio con il Workshop “Dal materiale al gioco” è ripartita la nostra azione all’interno del progetto QUIsSI CRESCE!. Sono stati protagonisti di questa formazione congiunta: il personale docente e non docente dei sei nidi comunali di Macerata e delle tre scuole dell’infanzia coinvolte nel progetto (Via Cardarelli, Via Pace, Via Spalato) e tutti i genitori che usufruiscono di questi servizi. Due date gemelle per poter accogliere al meglio i tanti iscritti e dare loro la possibilità di scegliere quando partecipare.
 


Questa seconda annualità è dedicata ai materiali di riuso e il modo migliore per iniziare è conoscerli in tutte le loro accezioni. “Dal materiale al gioco” è una formazione concepita come crescita condivisa, in contrapposizione alla classica dinamica frontale e rigida. Una strategia per creare delle buone relazioni tra servizi e famiglie potrebbe essere proprio quella di farli stare insieme, condividendo scelte e percorsi. La formazione non è così un processo passivo ma un confronto costante tra saperi. Ciascun partecipante è parte attiva di un autonomo percorso di apprendimento che si sostanzia nella relazione con l’altro. Genitori e educatori hanno poche occasioni per conoscersi, per passare del tempo insieme, per riflettere su tematiche comuni che sono centrali anche della cura e dell’educazione dei bambini.


 Come sedi di svolgimento sono state scelte due strutture educative coinvolte nella nostra azione: un nido e una scuola dell’infanzia. Questa non è stata una scelta casuale, in quanto è positivo e costruttivo che iniziative di questo genere si possano svolgere all’interno di luoghi che portano con loro una storia e un percorso pedagogico chiaro da scoprire ed esplorare. Vivere insieme uno spazio è già di per sé un’esperienza formativa. L’ambiente suggerisce, comunica, rappresenta, evoca divenendo così terreno fertile per contaminazioni e confronti. Gli spazi educativi si fanno luogo di accoglienza restituendo un'immagine chiara di sé e del percorso che al loro interno si sta portando avanti. 


  “Dal materiale al gioco” è stata una formazione che ha cercato di osservare e comprendere le relazioni che ciascuno di noi ha con gli oggetti e che percorsi possiamo mettere in atto per farli diventare giochi stimolanti.  Questo processo parte dal vedere un oggetto, nato per una determinata funzione, come qualcosa di indeterminato, di indistinto, di informe. Cosa gli restituisce una nuova funzione o un carattere distintivo? Quali percorsi cognitivi e di apprendimento metto in atto per decostruire per poi osservare nuovamente? Nuove idee per nuovi occhi.
Moltissime le persone che hanno partecipato, portatrici di percorsi e competenze differenti messe in circolo per creare insieme un nuovo sguardo. Il fare insieme, confrontandosi, consente di sostanziare delle relazioni che spesso vivono di rapidi incontri. Queste occasioni permettono agli incontri di farsi relazione. Spesso il nido, come la scuola dell’infanzia, è per i genitori il primo contesto sociale con il quale questi entrano in contatto. Le dinamiche interattive che si instaurano tra genitori, educatori e bambini, durante i momenti di transizione dal contesto familiare a quello istituzionale andrebbero lette con particolare cura perché sono occasioni pedagogiche privilegiate per creare i giusti presupposti di condivisione di responsabilità educative.



Questa formazione, che dà il via al secondo anno di lavoro, mostra come si possa partire dalla riflessione condivisa su uno spazio, per mettere poi le basi di una pedagogia sociale di inclusione. Sappiamo tutti che per i bambini da 0 a 6 anni stare all’aperto è una condizione naturale oltre che un evidente piacere. Dobbiamo però fare in modo che questo approccio sia condiviso, che ci sia fiducia profonda nei confronti di chi si prende cura dei nostri figli nei servizi educativi, che ci sia alleanza e dialettica costruttiva tra dentro e fuori, tra servizi e comunità. Questo spinge verso una patto di corresponsabilità che non è né imposto né asettico, ma che è frutto di un percorso condiviso che tiene memoria di un comune sentire. 


Per questo avere tre ore a disposizione per formarsi insieme insegnanti, educatrici, personale non docente e genitori è un’esperienza positiva e incredibilmente preziosa.
Formarsi, parlare, vivere i luoghi, fare, costruire processi INSIEME serve a guardare al di là del nostro rettangolo verde e incontrare l’altro, la città, la comunità.

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