giovedì 5 aprile 2012

Luoghi da rivivere: volontari studenti ed esperti progettano relazioni e spazi di vita.


L'associazione Les Friches, insieme ad altre realtà associative (“Luoghi comuni”, “Legambiente San Benedetto del Tronto”, “Amici della bicicletta”, “Rio de Oro”, ecc.) ha vinto un bando regionale del Centro Servizi per il Volontariato per realizzare un’esperienza pilota di ricerca/azione finalizzata a creare sul territorio, un nucleo di associazioni competente, attivo e motivato ad auto-costruire “dal basso” un sistema locale di volontariato inclusivo, orizzontale, partecipato, aperto alla società civile, alle istituzioni locali, ai cittadini ed ancorato alla concretezza e specificità dei bisogni per generare cambiamento, connettere relazioni, animare i luoghi.  Tre sono le aree di interesse del progetto: il fiume Tesino, l’area Lupidi e l’Hotel House.  

Les Friches nello specifico si occupa del fiume Tesino, in collaborazione con la Scuola elementare “Speranza” e l’Assessorato all’Ambiente e alla Partecipazione di Grottammare.    
I laboratori proposti sono volti a ripensare, insieme ai bambini, un tratto del lungofiume urbano, che non ha né respiro né possibilità di fruizione da parte della cittadinanza. I bambini, attraverso un percorso che parte da elementi basilari sull’importanza dell’acqua, del suo ciclo e della biodiversità , arriveranno a conoscere, grazie ad una visita del luogo scelto, una realtà nuova e a progettarne, insieme agli adulti, una rinascita, restituendo un ”luogo comune“ alla società tutta. Attraverso il disegno, il gioco, l’osservazione, l’ascolto, la progettazione partecipata, i bambini cercheranno di immaginare un destino diverso per quell’area urbana.  


                                                                                
L’area Lupidi, invece, è una zona alle porte del comune di Ripatransone, che per molti anni è stata abbandonata a sé stessa. Già oggetto di interesse grazie ad un progetto precedente che ha messo le basi per una sua “riqualificazione” storico-sociale, il nuovo intervento progettuale vedrà un consolidamento del percorso iniziato, con la speranza che questo incantevole angolo possa presto essere restituito alla cittadinanza in tutta la sua ricchezza di biodiversità.   
  
“Più o meno a metà delle Marche, scorrendo lungo la statale che fa il pelo all’Adriatico, capita di imbattersi in un’anomalia architettonica. Un baraccone di cemento a 16 piani si materializza all’improvviso nel susseguirsi omogeneo di costruzioni basse. Siamo a Portorecanati e quel colosso in muratura, pianta a croce, tutti lo chiamano Hotel House.[…] “ Così Giampaolo Paticchio, salentino trapiantato nelle Marche che si occupa di filosofia, antropologia, immigrazioni e giornalismo partecipativo, coordinatore del progetto, descrive quella strana “bestia” architettonica e sociale. L’idea è quella dell’esplorazione, di un paesaggio umano, quello dell’Hotel House di PortoRecanati, che si presenta come un luogo simbolico, in chiave urbana, sociale e culturale, del melting pot all’italiana. L’Hotel House è soprattutto un crocevia, ricchissimo di spunti e di sorprese, di un’umanità che più varia non si può. 


Tutto il progetto nelle sue varie parti ha l’obiettivo, ponendo l’attenzione ai margini, fisici, architettonici o sociali, di  ridare una dimensione pubblica e condivisa a luoghi dimenticati, “invisibili” o semplicemente abbandonati.  Laboratori, incontri pubblici, convegni, seminari questi gli ingredienti di un progetto vasto che abbraccia realtà e sensibilità diverse sotto un unico cappello: il rispetto e la tutela del BENE COMUNE.

Nessun commento:

Posta un commento