L'associazione Les Friches,
insieme ad altre realtà associative (“Luoghi comuni”, “Legambiente San
Benedetto del Tronto”, “Amici della bicicletta”, “Rio de Oro”, ecc.) ha
vinto un bando regionale del Centro Servizi per il Volontariato per realizzare
un’esperienza pilota di ricerca/azione finalizzata a creare sul territorio, un nucleo
di associazioni competente, attivo e motivato ad auto-costruire “dal basso” un
sistema locale di volontariato inclusivo, orizzontale, partecipato, aperto alla
società civile, alle istituzioni locali, ai cittadini ed ancorato alla
concretezza e specificità dei bisogni per generare cambiamento, connettere
relazioni, animare i luoghi. Tre sono le
aree di interesse del progetto: il fiume Tesino, l’area Lupidi e l’Hotel
House.
Les Friches nello specifico si
occupa del fiume Tesino, in collaborazione con la Scuola elementare “Speranza” e
l’Assessorato all’Ambiente e alla Partecipazione di Grottammare.
I laboratori proposti sono volti a ripensare,
insieme ai bambini, un tratto del lungofiume urbano, che non ha né respiro né
possibilità di fruizione da parte della cittadinanza. I bambini, attraverso un
percorso che parte da elementi basilari sull’importanza dell’acqua, del suo
ciclo e della biodiversità , arriveranno a conoscere, grazie ad una visita del
luogo scelto, una realtà nuova e a progettarne, insieme agli adulti, una
rinascita, restituendo un ”luogo comune“ alla società tutta. Attraverso il
disegno, il gioco, l’osservazione, l’ascolto, la progettazione partecipata, i
bambini cercheranno di immaginare un destino diverso per quell’area
urbana.
L’area Lupidi, invece, è una zona
alle porte del comune di Ripatransone, che per molti anni è stata abbandonata a
sé stessa. Già oggetto di interesse grazie ad un progetto precedente che ha messo
le basi per una sua “riqualificazione” storico-sociale, il nuovo intervento progettuale vedrà un consolidamento
del percorso iniziato, con la speranza che questo incantevole angolo possa
presto essere restituito alla cittadinanza in tutta la sua ricchezza di
biodiversità.
“Più o meno a metà delle
Marche, scorrendo lungo la statale che fa il pelo all’Adriatico, capita di
imbattersi in un’anomalia architettonica. Un baraccone di cemento a 16 piani si
materializza all’improvviso nel susseguirsi omogeneo di costruzioni basse.
Siamo a Portorecanati e quel colosso in muratura, pianta a croce, tutti lo
chiamano Hotel House.[…] “ Così Giampaolo Paticchio, salentino
trapiantato nelle Marche che si occupa di filosofia, antropologia, immigrazioni
e giornalismo partecipativo, coordinatore del progetto, descrive quella strana
“bestia” architettonica e sociale. L’idea è quella dell’esplorazione, di un
paesaggio umano, quello dell’Hotel House di PortoRecanati, che si
presenta come un luogo simbolico, in chiave urbana, sociale e culturale, del melting
pot all’italiana. L’Hotel House è soprattutto un crocevia,
ricchissimo di spunti e di sorprese, di un’umanità che più varia non si può.
Tutto il progetto nelle sue varie
parti ha l’obiettivo, ponendo l’attenzione ai margini, fisici, architettonici o
sociali, di ridare una dimensione
pubblica e condivisa a luoghi dimenticati, “invisibili” o semplicemente
abbandonati. Laboratori, incontri
pubblici, convegni, seminari questi gli ingredienti di un progetto vasto che abbraccia
realtà e sensibilità diverse sotto un unico cappello: il rispetto e la tutela del BENE
COMUNE.
Nessun commento:
Posta un commento