martedì 21 giugno 2016

Il ruolo dei materiali di riuso e destrutturati secondo Les Friches part.1



Il gioco con materiali di riuso e destrutturati,  non comportando un uso stereotipato, univoco e sessualizzato degli oggetti proposti bensì stimolando una pluralità di operazioni scevre da dinamiche precostituite o infantilizzate, agevola il pensiero progettuale creativo o l’impulso costruttivo e esplorativo presente nei bambini, soprattutto nella fascia d’età 0-6. 



 
Progettare situazioni e contesti  in cui il bambino interagisce in autonomia con oggetti e materiali agevola una cultura pedagogica in costante ridefinizione fondata sul rapporto tra materiali e bambini, considerati soggetti attivi e costruttori di conoscenze e apprendimenti.   




Per questo l’Associazione Les Friches ha sempre trovato interessante ideare progetti ed attività partendo dal materiale di riuso, in prevalenza carta, cartone, carte da parati, campionari di stoffe e filati,ecc. domandandosi come questi potessero poi diventare agenti educativi per i bambini e non solo.  L’adulto non deve spiegarne l’utilizzo ma  semplicemente posizionare i materiali in un ambiente e presentarli ai bambini in base alle diverse fasce d’età, perché saranno poi i materiali stessi a parlare e dialogare con chi entra in contatto con essi.  Ciò che fa la differenza pertanto è il modo in cui essi vengono presentati e disposti




I materiali devono essere di facile accesso anche visivamente e valorizzati esteticamente così da rendere l’ambiente ricco di stimoli e suggestioni.  Una volta che l’ambiente è allestito l’interesse dell’adulto deve ricadere sull’osservazione del bambino nella sua interazione, scelta o ricerca del materiale, e anche con quali sensi esplora e conosce. 






Questa fase esplorativa fatta anche di gioco e di condivisione e dialogo con gli altri soggetti coinvolti è importantissima per l’adulto e va ben documentata con foto e testi.  In un contesto come questo l’adulto è osservatore, il bambino protagonista della scoperta e il materiale (e la sua capacità comunicativa), elemento cardine del percorso esperienziale . Le osservazioni di questa prima fase di interazione e conoscenza del bambino con i materiali serviranno all’adulto per progettare i percorsi di approfondimento successivi cercando di stimolare il gioco spontaneo e una didattica generativa, o un “curricolo emergente”





L’adulto deve quindi essere un supporto, una guida stimolante, una presenza capace di tradurre e coniugare i vari elementi fra loro al fine di ottenere dal bambino un numero infinito di informazioni. 





Ad esempio nelle Esplorazioni Ludiche, attività per bambini dai 4 ai 10 anni, volte alla scoperta, attraverso il gioco, di un contesto urbano unico (Ficana, borgo in terra cruda), i partecipanti hanno a disposizione un materiale, alcuni utensili, un luogo e un argomento.  La combinazione di questi elementi fra loro avviene attraverso un’interazione libera tra tutte le parti in causa e lì, il ruolo degli operatori, è quello di osservatori e traduttori al fine di agevolare percorsi di apprendimento spontaneo basato sull’interesse dei bambini, in un constante rilancio. Bisogna quindi non chiudere le possibilità di confronto, ascoltando le “teorie bambine” e coniugando fantasia e realtà, immaginazione ed esperienza.   




La documentazione attenta delle varie fasi serve all’adulto per calibrare meglio l’attività ed aggiustare il tiro per le iniziative successive  ma soprattutto diventa una buona pratica alla quale attingere per progettare attività che abbiano alla base la stessa dinamica. 




I materiali destrutturati sono importanti perché comunicano molto e sono versativi, universali e stimolano l’integrazione e l’accoglienza delle differenze. Sono esteticamente affascinanti, delineano i tratti di una pedagogia sostenibile e la raccolta all’origine crea una rete sul territorio e un lavoro certosino di selezione. La progettazione di situazioni e contesti è più stimolante e foriera di innovazione e originalità.  

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