giovedì 17 marzo 2016

A lezione di Progettazione Partecipata con Les Friches all'Università degli Studi di Macerata




Mercoledì 10 febbraio siamo state invitate come relatrici al convegno “Per un’educazione alimentare di qualità:nuove idee e strumenti” tenutosi all’Università degli Studi di Macerata ed organizzato dalla stessa in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici e il Centro Esserci. Il nostro intervento, dal titolo “Il ruolo della progettazione partecipata nella strutturazione di percorsi educativi finalizzati alla sostenibilità ambientale”, ha toccato degli importanti punti cardine del nostro modo di lavorare. 




Partendo dalla progettazione partecipata, tra metodologia, applicazioni pratiche e risultati, si è sottolineato come sia indubbiamente un iniettore di cittadinanza attiva e spinga verso un senso identitario e collettivo dei luoghi. 




Siamo state invitate a parlare di progettazione partecipata perché questa metodologia ci appartiene da anni, dal 2006 quando con l’associazione Quos portavamo avanti il progetto “la scuola da abitare”. Questo percorso partecipativo ha coinvolto per tre anni tutte le scuole secondarie di primo livello del Comune di Macerata ed era volto a conoscere e ripensare insieme gli spazi, già esistenti, della scuola. Mentre lo stesso progetto ha avuto una declinazione diversa a Grottammare, dove abbiamo dato dei suggerimenti per la sistemazione degli spazi esterni di un nuovo edificio scolastico, traducendo in pratica un anno di progettazione partecipata che ha coinvolto i bambini dalla Scuola d’Infanzia alla Scuola Secondaria di Primo Livello.





Il valore aggiunto che apportiamo in un percorso di questo tipo è la capacità professionale di architetti di tradurre l’osservazione e l’ascolto in suggerimenti tecnici nel rispetto delle idee scaturite dalle persone coinvolte. Per questo la strutturazione dei nostri percorsi educativi è frutto delle professionalità sottese e mira a diversi obiettivi, tra i quali la sostenibilità ambientale. Nell' intervento abbiamo sottolineato, parlando di gioco da Aristotele, passando da Piaget fino a Winnicott, il concetto di gioco spontaneo, cardine nelle nostre attività e abbiamo ribadito l’esigenza di riportare il bambino nello spazio pubblico. 





Come sottolinea anche Gustave Lefebvre la città si offre come potenziale terreno di gioco incarnando in essa tre funzioni principali, informativa, simbolica e ludica; funzioni che corrispondono ai bisogni che il bambino soddisfa giocando: apprendere, creare un universo simbolico, divertirsi.




 
Perché certo non bisogna mai dimenticarsi che il gioco attiva sì un processo di costruzione del rapporto con la realtà, ma di certo è principalmente una forma di divertimento. 






Non si è parlato solo di bambino e spazio pubblico, ma anche di bambino e natura secondo le nostre progettualità volte a ripensare gli spazi verdi come spazi ludici e didattici ricchi di “imprevisti” utili per percorsi di apprendimento spontaneo. Abbiamo mostrato anche la sostenibilità ambientale ed economica delle nostre iniziative e delle nostre scelte.

 



Dopo la mattinata di interventi il convegno è proseguito con dei tavoli tematici formativi e noi, secondo il nostro approccio, abbiamo tenuto quello sulla progettazione partecipata lavorando su uno dei cardini di questa pratica: la mappa emotiva.

Le foto presenti nel post, relative alle nostre attività, mostrano il nostro approccio e come le varie esperienze fatte negli anni si coniughino con l'apporto teorico e professionale che ci sono alla base.  

mercoledì 2 marzo 2016

Curricolo è responsabilità_XX Convegno Nazionale dei Servizi Educativi e delle Scuole dell’Infanzia



Da venerdì 26 a domenica 28 febbraio siamo state a Milano in occasione del XX Convegno Nazionale dei Servizi Educativi e delle Scuole dell’Infanzia organizzato dal Gruppo Nazionale Nidi Infanzia in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano Bicocca.


Il convegno, Curricolo è responsabilità. La sfida del progetto 0/6 e oltre, ha portato i presenti verso una riflessione seria e importante circa il futuro dei servizi educativi 0.6 anni alla luce della legge 107 del 2015 che prospetta un sistema educativo integrato 0.6 anni.che istituirà il sistema integrato di educazione e di istituzioni dalla nascita ai sei anni. 
  


Con la “Buona scuola” finalmente il nido non sarà più un servizio a domanda individuale e si riconoscerà un segmento unitario di continuità degli indirizzi educativi integrati nel sistema nazionale di istruzione.  Si riconosceranno inoltre i diritti delle bambine e dei bambini a pari opportunità di educazione senza discriminazioni in ottemperanza con la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo del 1989 e della Convenzione Europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli del 1996. E’ necessario, pertanto, porsi delle domande circa il curricolo 0.6 anni al fine di ripensare insieme il percorso educativo di questa fascia d’età, progettando un sistema integrato che proponga un curricolo come una mappa, un percorso, qualcosa da costruire insieme e non di rigido e già strutturato.
 

 
“Parlare di curriculum non significa restringere la prospettiva ai saperi disciplinari. Per noi curricolo è esplorare, apprendere nelle relazioni, stabilire connessioni, documentare l’esperienza e guidarla con professionalità, sapienza organizzativa, cultura e sistematicità creativa. E’ assumersi responsabilità interpellando tutti gli attori coinvolti nel processo – prima di tutto i bambini – perché ci offrano le piste e acquistino consapevolezza delle loro potenzialità, delle conquiste progressive, dell’impegno necessario. “Tre giorni di confronto, discussione e scambio su come ripensare insieme un Curricolo condiviso alla luce della Legge 107 del 2015 che prospetta un sistema educativo integrato 0.6 anni.J. Dewey, 1902



Il convegno ha visto la presenza delle eccellenze italiane nell’ambito dei servizi educativi che nelle varie commissioni hanno potuto presentare il proprio lavoro e le architetture progettuali che vi sono alla base di percorsi volti ad un nuovo concetto di curricolo. E’ stato selezionato e invitato al convegno anche il “Protocollo d’intesa per un sistema integrato di servizi (0/6)” dei Nidi e delle Scuole d’Infanzia , pubblici e privati, che il Comune di Macerata ha attivato a marzo 2014 con l’obiettivo di affrontare insieme la domanda di qualità dei servizi per l’infanzia. 


 
Sono stati tre giorni di confronti e dibattiti, di conoscenza e scambio per capire insieme quale possa essere la giusta via per un curricolo che miri all’apprendimento libero del bambino concependo l’educatore come una guida sapiente e poco ingerente, curiosa, vigile e competente in grado di non sovrastare l’inclinazione naturale del bambino ma di stimolarne il percorso di apprendimento in una modalità non strutturata e in costante evoluzione. 



Il Gruppo Nazionale Nidi Infanzia, del quale noi facciamo parte da due anni, venerdì 26 si è riunito, dopo il convegno ed ha approvato all’unanimità un protocollo per “Un’educazione di qualità dalla nascita ai sei anni” nel quale si ribadisce la profonda connessione sottesa, in educazione, tra valori e pratiche educative.