mercoledì 27 marzo 2019

Neonati Genitori_Libri come ponti tra servizi educativi e famiglie



Sabato 23 marzo abbiamo ospitato Sonia Basilico, ricercatrice incessante e appassionata di letteratura per l’infanzia, per il workshop “Neonati Genitori” rivolto ad educatori, insegnati e genitori della fascia 0-6 anni.
Possono le parole degli albi illustrati fare da ponte tra servizi educativi e famiglie? Può un libro accogliere i genitori, a volte così disorientati nel loro ruolo, e farli sentire compresi e rassicurati? Quanto è importante che le figure educative che si rivolgono al bambino siano fra loro solidali e portino avanti delle dinamiche comunicative positive? Molti i nodi che l’istrionica e vulcanica docente ha cercato di sciogliere a questo meraviglioso pubblico che l’ha accolta con entusiasmo e profonda curiosità.  Quaranta adulte che si sono confrontate fra loro e hanno messo in discussione se stesse e le loro pratiche quotidiane solo attraverso un viaggio d’incanto nei stimolanti anfratti della letteratura per l’infanzia. Parole, immagini, emozioni, ricordi, racconti…quanta umanità e cultura ha ospitato in quel pomeriggio di primavera  la sala centrale del Terminal Club




Non è neutro lo spazio che ha aperto le sue porte a questo corso di formazione; un locale dal respiro internazionale che porta avanti con cura un progetto musicale, ambizioso e lungimirante, ci ha offerto ospitalità stimando il nostro lavoro e le tematiche che portiamo avanti. La stessa stima e lo stesso sostegno non potevamo non coglierlo negli occhi delle tantissime educatrici, genitori, insegnati, pedagogiste, docenti e studentesse universitarie che hanno deciso di partecipare al corso, sostanziando il nostro impegno quotidiano sul territorio.




Noi da molto tempo, anche e soprattutto grazie a QUIsSI CESCE!, portiamo avanti progetti rivolti alla fascia d’età 0-6 anni e sul prezioso valore di costruire una solida e reale relazione tra servizi e famiglie, e cerchiamo di portare nel nostro contesto proposte che si muovano in quest’ambito. 
Per questo torniamo a ringraziare questo bellissimo e nutrito pubblico che ha deciso di aderire e di sostenerci.  Il corso è stato arricchito anche dalla presenza di Chiara Tomassetti della libreria “Bottega del Libro”; libraia attenta, che porta nella nostra città una ricerca accurata nel mondo della letteratura per l’infanzia e soprattutto dell’albo illustrato. 





 Sonia Basilico non ha deluso le alte aspettative, ha incantato il pubblico, lo ha coinvolto, emozionato, lo ha ascoltato e raccolto intorno alle meravigliose parole che volavano via dai libri.
È stato un pomeriggio importante per continuare il lento e permanete lavoro di costruzione di una comunità educante, per mettere in relazione servizi e famiglie, per lavorare sull’accoglienza, sul confronto, sul dialogo. Felici di aver portato questo discorso così vitale e fondamentale in un luogo atipico, per tali iniziative, come il Terminal Club. Contaminiamo la città al di fuori dei luoghi deputati alla cultura.




 
Prima di salutarvi con una frase di un libro che Sonia ci ha fatto conoscere, vi riportiamo un breve inciso di un post che Sonia ha affidato a Facebook mentre era in treno verso casa.
“Bello vedere voi, Les Friches, felici perché il territorio accoglie le vostre proposte, proposte piene di cura e di senso: ci avete portati al Terminal di Macerata, un locale che vive la notte, la musica, con le sue luci stroboscopiche e le pareti nere, e voi ce lo avete fatto abitare di giorno, con la primavera che spargeva la sua luce all’interno, mischiandola con i fari della ribalta.
E a te,
Chiara ,umanissima, delicatissima libraia, un abbraccio particolare. Nei tuoi occhi, già tutto, nella tua cura una grande speranza. Una città che accoglie e che mescola le carte. Avanti.”
E sì andiamo avanti, cercando accoglienza lì dove ci viene data, trovando sostegno in chi sa cogliere la differenza, rintracciando amore nelle parole importanti e nelle relazioni che guardano alla comunità e al rispetto dell’altro.

“Vivi. Vivi la tua vita nella libertà
così anche io potrò essere libero.”

martedì 19 marzo 2019

“Dal materiale al gioco”: formiamoci insieme per vederci come comunità educante


L’11 e il 15 febbraio con il Workshop “Dal materiale al gioco” è ripartita la nostra azione all’interno del progetto QUIsSI CRESCE!. Sono stati protagonisti di questa formazione congiunta: il personale docente e non docente dei sei nidi comunali di Macerata e delle tre scuole dell’infanzia coinvolte nel progetto (Via Cardarelli, Via Pace, Via Spalato) e tutti i genitori che usufruiscono di questi servizi. Due date gemelle per poter accogliere al meglio i tanti iscritti e dare loro la possibilità di scegliere quando partecipare.
 


Questa seconda annualità è dedicata ai materiali di riuso e il modo migliore per iniziare è conoscerli in tutte le loro accezioni. “Dal materiale al gioco” è una formazione concepita come crescita condivisa, in contrapposizione alla classica dinamica frontale e rigida. Una strategia per creare delle buone relazioni tra servizi e famiglie potrebbe essere proprio quella di farli stare insieme, condividendo scelte e percorsi. La formazione non è così un processo passivo ma un confronto costante tra saperi. Ciascun partecipante è parte attiva di un autonomo percorso di apprendimento che si sostanzia nella relazione con l’altro. Genitori e educatori hanno poche occasioni per conoscersi, per passare del tempo insieme, per riflettere su tematiche comuni che sono centrali anche della cura e dell’educazione dei bambini.


 Come sedi di svolgimento sono state scelte due strutture educative coinvolte nella nostra azione: un nido e una scuola dell’infanzia. Questa non è stata una scelta casuale, in quanto è positivo e costruttivo che iniziative di questo genere si possano svolgere all’interno di luoghi che portano con loro una storia e un percorso pedagogico chiaro da scoprire ed esplorare. Vivere insieme uno spazio è già di per sé un’esperienza formativa. L’ambiente suggerisce, comunica, rappresenta, evoca divenendo così terreno fertile per contaminazioni e confronti. Gli spazi educativi si fanno luogo di accoglienza restituendo un'immagine chiara di sé e del percorso che al loro interno si sta portando avanti. 


  “Dal materiale al gioco” è stata una formazione che ha cercato di osservare e comprendere le relazioni che ciascuno di noi ha con gli oggetti e che percorsi possiamo mettere in atto per farli diventare giochi stimolanti.  Questo processo parte dal vedere un oggetto, nato per una determinata funzione, come qualcosa di indeterminato, di indistinto, di informe. Cosa gli restituisce una nuova funzione o un carattere distintivo? Quali percorsi cognitivi e di apprendimento metto in atto per decostruire per poi osservare nuovamente? Nuove idee per nuovi occhi.
Moltissime le persone che hanno partecipato, portatrici di percorsi e competenze differenti messe in circolo per creare insieme un nuovo sguardo. Il fare insieme, confrontandosi, consente di sostanziare delle relazioni che spesso vivono di rapidi incontri. Queste occasioni permettono agli incontri di farsi relazione. Spesso il nido, come la scuola dell’infanzia, è per i genitori il primo contesto sociale con il quale questi entrano in contatto. Le dinamiche interattive che si instaurano tra genitori, educatori e bambini, durante i momenti di transizione dal contesto familiare a quello istituzionale andrebbero lette con particolare cura perché sono occasioni pedagogiche privilegiate per creare i giusti presupposti di condivisione di responsabilità educative.



Questa formazione, che dà il via al secondo anno di lavoro, mostra come si possa partire dalla riflessione condivisa su uno spazio, per mettere poi le basi di una pedagogia sociale di inclusione. Sappiamo tutti che per i bambini da 0 a 6 anni stare all’aperto è una condizione naturale oltre che un evidente piacere. Dobbiamo però fare in modo che questo approccio sia condiviso, che ci sia fiducia profonda nei confronti di chi si prende cura dei nostri figli nei servizi educativi, che ci sia alleanza e dialettica costruttiva tra dentro e fuori, tra servizi e comunità. Questo spinge verso una patto di corresponsabilità che non è né imposto né asettico, ma che è frutto di un percorso condiviso che tiene memoria di un comune sentire. 


Per questo avere tre ore a disposizione per formarsi insieme insegnanti, educatrici, personale non docente e genitori è un’esperienza positiva e incredibilmente preziosa.
Formarsi, parlare, vivere i luoghi, fare, costruire processi INSIEME serve a guardare al di là del nostro rettangolo verde e incontrare l’altro, la città, la comunità.