Borgofuturo è una visione, un contenitore dalle larghe
trame, una zona di conforto e cura per il corpo e per lo spirito, un’idea forte
e chiara. Ogni due anni, con il suo festival, raccoglie a Ripe San Ginesio un’umanità
variegata e ricca che è difficile trovare in altri contesti. Si respira una
buona aria, non solo grazie alla vicinanza dei Monti Sibillini, ma per l’energia
che ognuno porta all’interno delle calde mura di questo piccolo comune
medievale.
Non è sempre facile capire come coniugare sostenibilità, territorio,
futuro e relazioni, ma questo festival ci riesce con leggerezza perché si
avverte che dietro ogni scelta, anche la più piccola, c’è un pensiero. Quest’anno,
come nelle edizioni precedenti, abbiamo avuto la fortuna di essere invitate a portare
il nostro #LesFrichesStyle. Noi da tempo difficilmente partecipiamo ad eventi
per attività laboratoriali, perché il nostro lavoro di ricerca e azione si è
spostato e caratterizzato in altre forme e altre dimensioni, ma a Ripe San
Ginesio è tutto diverso. Si vive immersi un ambiente così ricco di stimoli che
nessuno se ne vorrebbe privare.
E così ogni edizione progettiamo due incontri
in armonia con il resto del programma, con la bellezza dell’ambiente, con la leggerezza
che si respira. Nascono così i due incontri, sabato 6 e domenica 7 luglio,
ispirati ai folli animali di Stefano Benni raccolti nel suo divertentissimo “Stanalandia”.
Una notte di ottant’anni fa, durante una spaventosa tempesta, una nave scompare
tra le onde di Capo Horn. È l’inizio di uno dei più affascinanti misteri del
secolo. Due famosi scienziati, Achilles Kunbertus e Stephen Lupus, scampano al
naufragio e solo dopo tre anni ritornano al mondo civile. Dove sono stati, che
cosa hanno visto nel frattempo? Esistono davvero l’Albero Nuvola, il Mangiaombra, la Bancaruga, il Leometra, il Frotz? Il diario dei due scienziati
è un’invenzione fantastica o è la testimonianza reale del più terribile
prodigio naturale mai scoperto? Con il Camaleonte Esibizionista e il Rigario
abbiamo invitato bambine, bambini e adulti a ritrovare la favolosa
Stranalandia, l’isola di Kunbertus e Lupus dove tutto è così strano che più
niente sembra strano.
È bello smarrirsi all’interno di un immaginario
fantastico, trovare la giusta strada e poi il proprio orizzonte di senso. Quello
che ciascun partecipante alle nostre attività ha fatto in quelle due ore, lo ha
vissuto già mettendo piede al festival. Siamo legate a questo festival
da un sottile filo rosso, sottile e resistente, che ci porta lontano, ci da
spazio, ma ogni due anni ci richiama qui. Ritroviamo bambini che ci seguono
sempre ed adulti che hanno piacere di fare qualche chiacchiera in più, un
piccolo appuntamento che la ritualità ha reso sempre più speciale e prezioso.
GRAZIE!