giovedì 9 luglio 2015

Les Friches a Borgofuturo



Tutto è iniziato con una pasta al pesto parlando di cinema, letteratura, musica e zanzare. Così il direttore artistico di Borgofuturo, Damiano Giacomelli, ci ha chiesto se volevamo partecipare alla quarta edizione di questo festival sulla sostenibilità a misura di borgo, che dal 2011 si svolge a Ripe San Ginesio, incantevole paesino sulle colline maceratesi. 


Noi avevamo sempre amato quel festival, il modo delicato ma incisivo con il quale affronta temi importanti del contemporaneo, l’aspetto divertente del perdersi tra i vicoli del piccolo borgo, la familiarità e la leggerezza che riesce ad infondere in chi partecipa, e l’accoglienza e l’enorme competenza di quei ragazzi e quelle ragazze che lavorano dietro le quinte. Abbiamo accettato subito cercando di presentare un’idea progettale che si coniugasse bene con il contesto.   

 


Il pensiero quasi subito è andato a Le città invisibili di Italo Calvino, testo sul quale da anni studiamo, facciamo ricerca e sperimentazione. Tra i vari racconti, quelli che potevano adattarsi bene sia al luogo assegnatoci sia al libero fluire dei partecipanti, sono venuti fuori Ersilia e Zaira




Sulla prima andavamo sul sicuro, l’abbiamo realizzata già in altri contesti, anche urbanisticamente simili, e con fasce di età diverse fra loro; Zaira invece ha visto la luce proprio lì, tra i mattoncini caldi di Ripe San Ginesio, visti gli ottimi risultati potremmo dire che la replicheremo presto. 




Così il 4 e il 5 luglio abbiamo intrappolato tra i fili tesi delle nostre città invisibili, sogni, ricordi, speranze, relazioni e fantasie, coinvolgendo in maniera attiva  e interattiva  i partecipanti, i passanti e i curiosi. 




Ci siamo trovate felicemente in un programma di altissimo profilo, inserite tra Silvano Agosti, Franco Arminio, Serge Latouche, Alessandro Bergonzoni, Daniele Ciprì e molti altri. Per due giorni Ripe San Ginesio è stata una delle città che Marco Polo ha raccontato a Kublai Khan, una città di sinergie e pensieri, di intuizioni e nuove prospettive, di speranze e orizzonti possibili. 




Borgofuturo ti lascia dentro molto più di quanto tu abbia portato con te.  Lusingate e soddisfatte ce ne siamo tornate a casa, con milioni di fili tra le dita e tanti pensieri  e bei ricordi in testa…e soprattutto l’esigenza di capire come si fa a trascinare quella strana calamita verso l’altra nei meravigliosi e bizzarri giochi di Guixotde 8 .

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