venerdì 20 novembre 2015

Les Friches all'Università degli Studi di Macerata



Di recente abbiamo avuto modo di entrare in contatto con la docente Paola Nicolini e di poterle sottoporre all’attenzione il nostro lavoro. Avendo riconosciuto, in idee e percorsi, progettualità comuni, da un primo incontro di confronto ne è nata una stimolante collaborazione. 
Come prima tappa siamo state invitate a tenere una lezione alla sua classe di Scienze della Formazione Primaria, all’interno del suo insegnamento in Psicologia dell’educazione. Abbiamo calibrato il nostro intervento sul progetto QUIsSI GIOCA! sia quello svolto a Macerata sia quello che abbiamo realizzato presso l’area di interesse culturale di Rambona, Comune di  Pollenza. Partendo dalla natura della nostra associazione, che già dal suo stesso nome crea chiari suggerimenti, abbiamo cercato di spiegare un po’ quale sia il modo di progettare ed organizzare le nostre attività.  



Un approccio particolare e interdisciplinare che risente, positivamente, dei diversi  percorsi formativi fatti negli anni dalle tre socie fondatrici dell’associazione. Siamo arrivate a parlare dei due progetti chiarendo un po’ il percorso sotteso che c’è dietro.
L’esigenza di riportare il bambino in città evitando di creare ad hoc per lui spazi infantilizzati e isolanti in nome della sicurezza; permettere al bambino di misurarsi con metodi ed attrezzature reali, con i suoi pesi, le sue dimensioni e il suo rischio; stimolare, attraverso percorsi partecipativi, la cittadinanza attiva e il senso di appartenenza ad una comunità; restituire, con attività di autocostruzione, il valore del gioco al bambino in contesti ideali, come ad esempio il cantiere (terrain vague). Questi sono stati i punti sui quali abbiamo cercato di focalizzare il nostro discorso per portare i presenti ad entrare nel nostro approccio, a seguire i nostri passi alla luce dei risultati ottenuti.



La pubblicazione poi, relativa al percorso sviluppato nel 2014 in un’area a verde pubblico del quartiere Pace, Macerata è stata presentata come una documentazione attenta che vuole sia ripercorrere le tappe del percorso progettuale svolto sia essere un paradigma di una buona pratica che speriamo possa ripetersi in altri contesti generando delle buone pratiche.   




La classe, alla quale si erano aggiunti per l’occasione anche i dottorandi di quell’indirizzo, ha partecipato alla lezione intervenendo con domande e curiosità rendendo piacevoli e dinamiche le tre ore di lezione che avevamo a disposizione. 
Un’esperienza, questa,  che ci ha permesso di mostrare quanto lavoro e studio ci sono spesso dietro ai nostri percorsi progettuali, dietro a ciascuna attività che proponiamo.  Il nostro incontro si è concluso annunciando già la seconda tappa di questa stimolante collaborazione.

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