Il gioco con materiali di riuso e destrutturati, non comportando un uso stereotipato, univoco
e sessualizzato degli oggetti proposti bensì stimolando una pluralità di
operazioni scevre da dinamiche precostituite o infantilizzate, agevola il
pensiero progettuale creativo o l’impulso costruttivo e esplorativo presente
nei bambini, soprattutto nella fascia d’età 0-6.
Progettare situazioni e
contesti in cui il bambino interagisce
in autonomia con oggetti e materiali agevola una cultura pedagogica in costante
ridefinizione fondata sul rapporto tra materiali e bambini, considerati
soggetti attivi e costruttori di conoscenze e apprendimenti.
Per questo l’Associazione Les Friches ha sempre trovato interessante ideare
progetti ed attività partendo dal materiale di riuso, in prevalenza carta,
cartone, carte da parati, campionari di stoffe e filati,ecc. domandandosi
come questi potessero poi diventare agenti educativi per i bambini e non solo. L’adulto
non deve spiegarne l’utilizzo ma
semplicemente posizionare i
materiali in un ambiente e presentarli
ai bambini in base alle diverse fasce d’età, perché saranno poi i materiali
stessi a parlare e dialogare con chi entra in contatto con essi. Ciò
che fa la differenza pertanto è il modo in cui essi vengono presentati e
disposti.
I materiali devono essere di facile accesso anche visivamente
e valorizzati esteticamente così da rendere l’ambiente ricco di stimoli e
suggestioni. Una volta che l’ambiente è
allestito l’interesse dell’adulto deve ricadere sull’osservazione del bambino
nella sua interazione, scelta o ricerca del materiale, e anche con quali sensi
esplora e conosce.
Questa fase esplorativa fatta anche di gioco e di
condivisione e dialogo con gli altri soggetti coinvolti è importantissima per
l’adulto e va ben documentata con foto e testi.
In un contesto come questo l’adulto è osservatore, il bambino protagonista della scoperta e il materiale (e la sua capacità comunicativa), elemento
cardine del percorso esperienziale . Le osservazioni di questa prima fase di
interazione e conoscenza del bambino con i materiali serviranno all’adulto per progettare i percorsi di approfondimento
successivi cercando di stimolare il gioco spontaneo e una didattica
generativa, o un “curricolo emergente”.
L’adulto deve quindi essere un
supporto, una guida stimolante, una presenza capace di tradurre e coniugare i
vari elementi fra loro al fine di ottenere dal bambino un numero infinito di
informazioni.
Ad esempio nelle Esplorazioni Ludiche, attività per bambini
dai 4 ai 10 anni, volte alla scoperta, attraverso il gioco, di un contesto
urbano unico (Ficana, borgo in terra cruda), i partecipanti hanno a
disposizione un materiale, alcuni utensili, un luogo e un argomento. La combinazione di questi elementi fra loro
avviene attraverso un’interazione libera tra tutte le parti in causa e lì, il
ruolo degli operatori, è quello di osservatori e traduttori al fine di
agevolare percorsi di apprendimento spontaneo basato sull’interesse dei bambini,
in un constante rilancio. Bisogna quindi non chiudere le possibilità di
confronto, ascoltando le “teorie bambine” e coniugando fantasia e realtà, immaginazione ed esperienza.
La documentazione attenta delle varie fasi
serve all’adulto per calibrare meglio l’attività ed aggiustare il tiro per le
iniziative successive ma soprattutto
diventa una buona pratica alla quale attingere per progettare attività che
abbiano alla base la stessa dinamica.
I materiali
destrutturati sono importanti perché comunicano molto e sono versativi,
universali e stimolano l’integrazione e l’accoglienza delle differenze. Sono
esteticamente affascinanti, delineano i tratti di una pedagogia sostenibile e
la raccolta all’origine crea una rete sul territorio e un lavoro certosino di
selezione. La progettazione di situazioni e contesti è più stimolante e foriera
di innovazione e originalità.
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